Il silenzio vale mille parole...

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Dagda16
view post Posted on 9/11/2011, 22:24




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Quel giorno c'era una conferenza al museo, un archeologo era venuto per parlarci delle scoperte degli ultimi 50 anni nel territorio, il che interessava anche me dato che stavamo ampliando il campo di peschi e dovevo stare attento a non trovarmi qualche reperto sotto il terreno.
Non era raro che in quelle campagne si trovassero, in effetti: scavando si potevano trovare cose interessanti anche a pochi metri sotto terra, una volta sradicando un albero ormai secco, eravamo andati a circa cinque metro sotto terra per togliere le ultime radici e avevamo trovato un vaso.
In ogni caso, mi interessavo anche di storia e di reperti per hobby personale, quindi ci andavo più con spirito curioso piuttosto che per senso del dovere.
Era ancora vuota la sala di presentazione, a parte qualcuno venuto in largo anticipo come me, così mi scelsi con cura il mio posto e mi posizionai lì, a braccia incrociate, guardandomi in giro di sottecchi.
Mi chiamarono al cellulare: era la mia ragazza. Non la vedevo spesso, e ormai la consideravo più una sorella (cosa brutta e scontata da dire, ma era la verità), e a parte qualche sporadica volta in cui ci vedevamo per stare insieme la notte, ormai la sentivo solo per telefono o ci incontravamo solo in presenza di altri amici, mai soli.
In ogni caso, era una tra le poche persone di cui potevo fidarmi e su cui sapevo di poter contare, ma non mi sembrava granchè parlare per telefono di cose importanti.
Parlammo per un paio di minuti, lei riattaccò dicendo di amarmi, io dissi solo un sì, e tornò il silenzio, mentre un lieve brusio iniziava a riempire la sala.
Iniziava ad arrivare il resto del pubblico.
 
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Luug
view post Posted on 9/11/2011, 22:36






Era il mio giorno libero e, non sapendo cosa fare, decisi di andare a quella conferenza di cui avevo letto sul giornale. Mi sarebbe piaciuto avere altro da fare, in effetti: volevo andare all'università, volevo studiare matematica o scienze, ma inutile, i miei non erano d'accordo con me. Dicevano che ancora non ero pronto, che lì tutto sarebbe stato diverso dalla scuola. Quell'ingiustizia mi faceva impazzire, urlavo, sbattevo le cose o le lanciavo per aria, per poi rinchiudermi in camera mia o uscire di casa.E questo, era avvenuto esattamente poco prima.
Quando arrivai la stanza era ancora praticamente vuota e la maggiorparte delle sedie ancora libere. Il mio occhio cadde sulla figura di un ragazzo, dall'aria familiare...
-Il ragazzo del biglietto...- pensai.
Mi avvicinai e sedetti al suo fianco: almeno sapevo che non avrebbe interrotto il mio ascolto per parlare... al massimo, avrebbe scritto.
 
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Dagda16
view post Posted on 10/11/2011, 00:35




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Avevo chiuso gli occhi per pensare un po', circondato dai rumori della sala. Solo quando sentii lo scricchiolio della sedia accanto alla mia riaprii le palpebre.
All'inizio restai a scrutare, nel semi-buio illuminato dalla luce del palco, quella figura, che riconobbi come il ragazzo della biblioteca. Sorrisi nella sua direzione, non certo che mi avesse visto, ma quanto meno lo volevo salutare.
Agitai una mano sperando che mi vedesse, però dopo di questo mi azzittii e guardai verso il palco, dove stavano iniziando a salire alcuni personaggi le cui facce non mi dicevano nulla di significativo.
Riconobbi giusto l'archeologo e il direttore del museo. Mi rilassai contro lo schienale, la testa appena reclinata all'indietro, gli occhi socchiusi per il fastidio che mi davano le lucine laterali che si sarebbero poi spente.
 
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Luug
view post Posted on 10/11/2011, 15:16






Il ragazzo mi riconobbe e mi fece un segno di saluto con la mano, che subito dopo ricambiai. La sala era quasi totalmente buia, facca eccezione per alcune luci laterali che consentivano a chi divevasalire sul palco di vedere i gratini in legno.
Io ero lì fondamentalmente per noia e perché avevo appena litigato con i miei genitori, ma lui? Mi incuriosiva e avrei voluto chiederglielo, ma come? La sala iniziava a riempirsi e i relatori a parlare, per altro era tutto immerso nel buio, quindi non potevo ne parlare ne tantomeno scrivere su un foglietto.
Misi la mano in tasca e sentì il bozzo creato dal cellulare. Ma certo, lo schermo si sarebbe illuminato! Presi a scrivere un messaggio e, senza inviarlo, glielo porsi.
 
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Dagda16
view post Posted on 10/11/2011, 18:50




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Il direttore aveva iniziato a parlare, presentando i vari individui saliti sul palco mentre mano a mano degli operatori portavano dei microfoni. Aveva l'aria di essere una buona presentazione, ma una luce proveniente dal basso mi fece distogliere l'attenzione e guardai la fonte di essa.
Guardai il cellulare del ragazzo, leggendo le parole lentamente. Presi allora il mio cellulare e digitai velocemente un: MI INTERESSO DI MORFOLOGIA DEL TERRITORIO. COLTIVO PESCHE. TU?
Era un po' stupido da dire forse, non tutti reputavano l'agricoltura un lavoro molto interessante, ma a me piaceva: le piante sono delle ottime confidenti, ci puoi parlare e star sicuro che non diranno mai nulla a nessuno!
Mi misi il cellulare sulle gambe in caso mi chiedesse altro, e guardai di nuovo il relatore, stando attento alle azioni del ragazzo accanto a me.
 
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Luug
view post Posted on 10/11/2011, 18:57






-Non avevo nulla da fare e non volevo stare in casa.- scrissi, e feci per mostrarglielo, ma lo ripresi subito dopo e digitai ancora una piccola parte.
-Mi piacciono le pesche. E anche tu sai di pesche.-
Non era detta con malizia, forse neppure sapevo cosa fosse esattamente. Era vero, profumava di quel frutto e me n'ero accorto già la prima volta, ma non aveva pensato che le coltivasse.
Mi poggiai poi, dopo avergli mostrato il messaggio, il cellulare sulle gambe e presi ad ascoltare l'archeologo che aveva appena preso parola e mostrava, su una lavagna elettronica al suo fianco, le varie immagini dei ritrovamenti che avevano scovato nel giardino di un tizio.
Non mi interessava particolarmente la storia o l'archeologia, ma tanto valeva ascoltare, ormai ero lì...
 
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Dagda16
view post Posted on 10/11/2011, 19:16




kokoro-1

Lessi velocemente ciò che mi aveva scritto, pensando che se era così, potevo invitarlo a vedere il campo, una specie di gita ecco. C'era da dire che mi sembrava di conoscerlo da sempre, dal primo momento in cui gli avevo scritto sul biglietto, in biblioteca.
Aveva un'aria totalmente apatica ma mi stava dimostrando di interessarsi a quello che gli dicevo. Che ragazzo insolito, ma anche carino...
Digitai velocemente qualche parola sul display. VORRESTI VEDERLO? SIAMO IN PRIMAVERA, STANNO FIORENDO.
Era un bello spettacolo quella distesa di alberi colmi di fiori bianchi... per questo mi ero innamorato del pescheto: sembrava l'incarnazione della purezza.
 
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Luug
view post Posted on 10/11/2011, 19:20






Ci pensai su un attimo: dopo la conferenza, non avevo intenzione di tornare subito a casa, sapevo che avrei ricominciato a discutere con i miei genitori, e avevo già rotto un vaso per quel giorno; e in più mi sarebbe davvero piaciuto vedere un pescheto in fiore, sentire il profumo...
Presi il cellulare e digitai velocemente la risposta.
-Si. Comunque mi chiamo Noah.- risposi.
Mi ero accorto che non ci eravamo presentati, e già il fatto che non lo avessimo fatto subito, come da regola, mi faceva storcere il naso.
 
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Dagda16
view post Posted on 12/11/2011, 16:57




kokoro-1

Sorrisi appena, scrivendo velocemente al cellulare.
IO SONO KOKORO... NOAH E' UN NOME BELLISSIMO.
Mi voltai verso di lui sorridendogli, sentendomi strano. Mi sentivo di conoscerlo da sempre, eppure lo avevo visto solo pochi giorni prima, in biblioteca, per la prima volta.
Il cellulare vibrò: un messaggio. Di nuovo lei, mi chiedeva che facevo, ma non mi andava di risponderle, ero molto stanco ora, così digitai poche lettere per dire che non stavo facendo nulla ma che sarei andato a casa subito dopo la conferenza, per non morir di stanchezza.
Mi ero svegliato alle cinque quel mattino e mi serviva un po' di riposo, anche se Noah sarebbe venuto da me a vedere i peschi.
Ma questa non era fonte di stanchezza per me, ma avrei fatto una bella dormita, questo era certo. Sbadigliai e guardai l'ora... erano passati circa 45 minuti...
 
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Luug
view post Posted on 12/11/2011, 17:02






Accennai un sorriso e tornai a guardare la conferenza. Sarebbe durata in tutto un'ora, massimo novanta minuti, se proprio andavano per le lunghe. Nonostante avessi incontrato Kokoro (ora finalmente sapevo come si chiamava!), avrei decisamete preferito non andare alla conferenza, poichè chi parlava aveva un tono a dir poco soporifero, e quello che diceva non era molto interessante alle mie orecchie. Di scienza non c'era assolutamente nulla, solo un mucchio di annotazioni e fatti storici su una popolazione svanita da chissà quanto!
Presi il cellulare e scrissi un messaggio.
-Mi annoio. Non possiamo andare adesso?-
Forse ero stato sfacciato, ma in fondo... chissene frega!
 
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Dagda16
view post Posted on 13/11/2011, 19:44




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Sbadigliai un paio di volte, non si stava concludendo nulla, la conferenza stava prendendo una piega che non era quella che mi aspettavo e mi ritrovai a battere il piede in terra, come sempre quando ero annoiato e non mi andava di fare praticamente nulla se non dormire!
Il cellulare di Noah si illuminò nuovamente e lessi, con un sorriso sulle labbra appena finii. Mi misi nuovamente il giacchetto e mi alzai facendogli segno di seguirmi, cercando nel frattempo di non pestare i piedi a nessuno.
Ora però qualcuno doveva venirci a prendere... Kara? No era al lavoro... Yuki? Non aveva la patente... ci toccava prendere l'autobus e farci un chilometro a piedi fino a casa mia.
Attesi Noah nel corridoio d'uscita, prima di uscire dal primo portello antipanico.
 
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Luug
view post Posted on 13/11/2011, 20:28






Mi alzai anche io e, stando attento a non urtare nessuno, mi avviai verso l'uscita della stanza. Inutile dire che le persone a cui passai davanti non furono molto felici di questa mia iniziativa e, più volte, sentì le parole "Ma che modi!" oppure "Che maleducato!". Mi dispiaceva? Neppure un pochino.
Raggiunsi Kokoro. A proposito, che nome buffo! Con tutte quelle ripetizioni. Sarà stato che io sono olandese, ma ai miei occhi, o per meglio dire, alle mie orecchie, quell'ammasso di suoi risultava davvero singolare e divertente.
Uscimmo tutti e due dal museo e andammo verso casa sua.
 
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Dagda16
view post Posted on 15/11/2011, 20:24




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12 replies since 9/11/2011, 22:24   74 views
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