Nella quiete del pescheto

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Dagda16
view post Posted on 15/11/2011, 20:22




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kokoro-1

Dopo tre quarti d'ora di autobus, trascorsi nel più totale silenzio da parte mia e da parte di Noah, scendemmo alla fermata giusta. Eravamo lungo il marciapiede dell'unica strada che si snodava per chilometri in mezzo ai campi, e dovevamo camminare per un po'.
Arrivammo circa quindici minuti dopo, casa mia era una villetta rustica in tipico stile orientale, su due piani, con un granaio accanto, inutilizzato visto che non avevamo animali a parte qualche gatto.
Aprii il cancello e lasciai passare Noah, poi andai verso la porta d'ingresso e l'aprii con la chiave, entrando. Era tutto silenzioso in casa, forse perchè Kara lavorava e Yuki doveva essere nel pescheto a quell'ora.
Mi voltai verso Noah e gli feci cenno di seguirmi, tra i corridoi dalle finestre schermate dalla luce del pomeriggio. Salimmo le scale e lì c'era la mia stanza, totalmente buia perchè le tende erano tirate.
Lasciai la borsa sul letto e mi sedetti, sbuffando. Forse era meglio se gli davo da bere... gli feci segno d'aspettare e mi fiondai fin di sotto in cucina, presi una bottiglia di qualcosa, due bicchieri, e tornai di sopra.
Li poggiai sul mio tavolo e tornai seduto sul letto, sbadigliando.
 
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Luug
view post Posted on 15/11/2011, 20:47






Mi piaceva il silenzio, e con lui riuscivo a non dover parlare mai. Lui non accennava a farlo, e io lo seguivo a ruota. Pace, solo gesti e qualche sguardo, bastavano per comprendere cosa volevamo comunicarci.
Viveva in una villetta, salimmo in camera sua e mi affacciai alla finestra: si vedeva il famoso pescheto in fiore, dove una donna stava lavorando la terra. Doveva essere sua madre...
Lo sentii tornare e poggiare l'acqua sulla sua scrivania. Sbadigliava, forse era stanco. Bevetti la mia acqua in silenzio, guardandomi intorno per la stanza: era carina, semplice, armoniosa e tranquilla. S, mi piaceva.
 
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Dagda16
view post Posted on 24/11/2011, 22:46




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C'era un silenzio tombale in camera, oltre al semibuio che ombreggiava la stanza altrimenti colma di luce a rimbalzare sulle pareti. Noah era davvero carino, aveva uno sguardo che mi ricordava un cucciolo, ed era schivo come un animale ferito. Però mi piaceva, lo sentivo molto simile a me.
Allungai un braccio verso lo stereo, accendendolo, il che fece partire una leggera musica a pianoforte, malinconica, quasi triste, che contrastava con quella giornata di sole.
Scesi dal letto, affiancandomi a Noah vicino alla finestra, lo guardai a lungo, per poi allungare una mano e sfiorare le sue dita.
Le intrecciai mollemente con le mie, così avrebbe potuto districarsi se voleva. Presi ad ondeggiare lievemente, al ritmo delle note che uscivano dalle piccole casse tonde.
Mimai qualcosa con la bocca, senza emettere suoni.
Wanna dance?
 
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Luug
view post Posted on 24/11/2011, 23:50






RImasi increduloquando quelle dita si intrecciarono con le mie: ma che stava facendo? Mi toccava... voleva ballare. Era forse impazzito? Che gli era preso? Non amavo quei contatti, e feci per tirare via la mano da quella stretta, ma incontrai il suo sguardo... era calmo, sereno. Non mi era mai capitato che qualcuno potesse infondermi tranquillità solo con gli occhi, eppure ci riuscì.
Non mi piaceva ilcontatto fisico, soprattutto con estranei, eppure mi feci cullare, mossi, seppur goffamente, dei passi di danza insieme a lui.
Era tutto... così strano.
 
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Dagda16
view post Posted on 25/11/2011, 01:06




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Per un attimo mi fece l'effetto di una volpe messa all'angolo, ma poi si lasciò andare e sorrisi, seguendo i suoi timidi passi. Allungai poco a poco una mano verso la sua spalla, guardandolo con un sorriso quieto, muovendomi lentamente per non agitarlo. Mi sentivo strano, non ero del tutto sicuro di cosa stavo facendo, ma sentivo che eravamo abbastanza affini... in così poco tempo...
In quel momento bussarono alla porta, e mi voltai, vedendo Yuki sulla porta. Ah Koko, sei tornato... chi è il tuo amico? lo guardò con un sorriso e lo salutò, al che io mi staccai da lui e gli feci segno di aspettare.
Uscii un momento dalla camera. E' Noah, voleva vedere il pescheto, magari tra poco quando il sole non picchierà così forte le spiegai.
Lei mi disse qualcosa sul cosa c'era per cena e tornai in camera, sedendomi sul letto. Bevvi un bicchier d'acqua e mi sdraiai sul letto, con la schiena contro al muro.
Feci segno a Noah di raggiungermi. Chissà...
 
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Luug
view post Posted on 25/11/2011, 15:13






Fu strano ballare con lui, anche perché in verità non avevo mai ballato con nessuno. Era stata un'esperienza nuova, e per una volta quell'aggettivo non mi aveva spaventato, anzi, incuriosito e tranquillizzato... Sembrava che Koko riuscisse a non farmi spaventare e, nonostante fosse troppo propenso al contatto fisico di lui, riusciva a non renderlo una scocciante costrizione, ma uno svago.
Appena la musica terminò, sobbalzai perché una voce sconosciuta, femminila, aveva appena parlato alle mie spalle. Mi irrigidì tutto d'un colpo, due estranei, la cosa non mi garbava proprio! Vidi Koko uscire per qualche secondo e parlare con la madre, mentre io guardai incuriosito la libreria. Quando tornò lo vidi sdraiarsi sul letto e farmisegno di raggiungerlo.
Ma mi sedetti sul pavimento, con la testa sul materasso... meglio non esagerare!
 
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Dagda16
view post Posted on 25/11/2011, 15:34




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Non si mise accanto a me... si sedette in terra, vedevo i suoi capelli fulvi emergere da dietro il bordo del materasso. Sospirai, in fondo stavo esagerando, forse non gli piacevo, non gli andava di stare lì con me a rompersi le scatole.
Ma fuori c'era troppo caldo, così mi addormentai in breve tempo, senza accorgermene. Non sognai nulla, non sapevo neppure per quante ore avevo dormito, forse un paio, ma quando mi svegliai, il cielo era rosso-arancio.
Quindi mi sollevai e mi guardai intorno... Noah! Era ancora lì? O era andato via?
 
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Luug
view post Posted on 25/11/2011, 15:42






Si era addormentato come un ghiro sul suo letto, senza dirmi nulla. Mi ero accorto di ciò quando, girandomi, lo avevo visto con gli occhi chiusi e completamente rilassato. Avevo inarcato sorpreso un sopracciglio: io non ero un grande esperto delle buone maniere, ma non mi era ancora capitata una cosa del genere.
Ridacchiai appena e mi alzai, avvicinandomi alla libreria e presi un libro, iniziando a leggere: non volevo tornare a casa, ancora non volevo vedere i miei genitori, anzi, mi saliva nuovamente la rabbia al solo ricordo delle loro parole.
Ancora no Noah... Devi avere pazienza... Fai passare del tempo... Non sei pronto...
 
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Dagda16
view post Posted on 27/11/2011, 21:56




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Lo vidi là, vicino alla libreria che leggeva. Tornai disteso sul letto, continuando a guardarlo... era carino, a modo suo mi sembrava bello, cosa che io non mi consideravo. Avevo una faccia troppo aguzza, i capelli troppo chiari... non mi piacevo, ma non volevo nemmeno cambiare: ero già cambiato una volta, non volevo mascherarmi ancora.
Per un attimo mi tornò stupidamente in mente quel periodo della mia vita che avessi potuto, avrei cancellato, ma stavolta non riuscii a scacciarlo, e le mie solite due lacrime di vergogna, si trasformarono in un pianto.
Mi coprii gli occhi, ma i singhiozzi mi tradivano in ogni caso. Mi facevo schifo, mi faceva schifo quello che ero stato, e ogni volta che conoscevo una persona, mi dicevo che se l'avesse saputo mi avrebbe lasciato solo.
Nemmeno la mia ragazza ne sapeva nulla, le mie madri lo sapevano ma... loro erano le mie mamme, non mi avrebbero abbandonato.
Invece ora ero di nuovo in dubbio. Ma in fondo, vivevo sempre con questa angoscia, ed era per questo che i miei rapporti si sfaldavano.
 
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Luug
view post Posted on 27/11/2011, 22:05






Sobbalzai e il libro il scivolò dalle mani, cadendo a terra e spiegazzandosi appena in alcune pagine. Non mi ero accorto che si fosse svegliato, figuriamoci se sapevo il motivo per cui si era messo a piangere!
Non sapevo affrontare quelle situazioni, di solito quando io piangevo lo facevo per rabbia e urlavo, e non volevo nessuno intorno. Ma lui invece rimaneva "calmo", piangeva e si nascondeva il viso. Che strano...
Mi trovavo in casa sua, non potevo semplicemente girarmi ed andarmene. Così mi avvicinai e mi sedetti sul letto. Andando contro alle mie regole comportamentali riguardo al toccare le persone, gli sfiorai una spalla, nell'impacciato tentativo di consolarlo e di farlo stare tranquillo. Forse gli faceva male qualcosa!
Pensai a cosa faceva la mamma in quei casi e optai per quella che mi sembrava la soluzione migliore: mi sporsi verso di lui e gli diedi un bacio sulla fronte.
 
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Dagda16
view post Posted on 27/11/2011, 22:34




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Al sentire un tocco sulla spalla, sentii qualcosa torcersi nel mio stomaco. Speravo che Noah non mi vedesse piangere, ma era inevitabile che succedesse, doveva aver sentito i miei singhiozzi.
Cercai di fermarmi, ma proprio non ci riuscivo, nemmeno quando mi baciò la fronte, il che lo considerai una tra le cose più carine che qualcuno potesse fare verso di me.
Mi sollevai seduto, coprendomi la faccia con le mani, finchè le lacrime non smisero di venire giù.
Mi calmai un po', prima di scoprirmi la faccia e sorridere flebilmente. Dovevo avere gli occhi rossi e gonfi, diavolo... un'orribile visione.
 
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Luug
view post Posted on 27/11/2011, 23:02






Sorrisi rincuorato dal fatto che fosse tornato sereno ed avesse smesso finalmente di piangere. Oddio, forse sereno non era la parola giusta... ma almeno non piangeva, era questo l'importante! Sì, doveva aver avuto un male da qualche parte.
Doveva sentirsi in imbarazzo, forse perché non era abituato a sentirsi fragile ed a mostrarsi così indifeso davanti a qualcuno.
Così mi sdraiai sul letto, con il viso all'altezza del suo addome. Mi misi come dormivo di solito: rannicchiato completamente. Era una posizione che mi rendeva tranquillo e mi faceva sentire al sicuro. Lo presi per la maglia e lo costrinsi a fare altrettanto.
Si sarebbe senza dubbio sentito meglio!
 
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Dagda16
view post Posted on 27/11/2011, 23:30




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Mi stesi, invitato da lui, finchè non fummo faccia a faccia.
Mi calmai fino a smettere di singhiozzare per riflesso, lo guardai scorrendo con lo sguardo lungo il suo profilo. Dopo dieci minuti che stavamo così, allungai timidamente le dita, per portarle sulla sua fronte.
Lisciai una sua ciocca di capelli, anche se non ero certo che volesse. Ritirai la mano, guardando il colletto della sua maglia per distrarmi dall'imbarazzo.
Miseria, ero patetico...
Non dovevo... feci, sospirando, riferendomi a quello sfogo imbarazzante di pochi attimi prima.

Edited by Dagda16 - 28/11/2011, 22:24
 
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Luug
view post Posted on 28/11/2011, 22:31






Lo guardai intensamente, come spesso mi capitava di fare con le persone. Uno sguardo che dava fastidio, che faceva sì che mi prendessi le sgridate di chiunque. Ero indiscreto, ero maleducato, ero spaventoso... Ero solo io.
-La mamma dice che piangere ogni tanto fa bene.- dissi con voce atona e distaccata.
Non perché lo ero effettivamente, ma perché parlavo così. Non mi aveva ancora sentito, forse era meglio così- Tutti odiavano sentirmi parlare, era come se parlassero con una persona in trans, a quello che dicevano.
-Ma ti faceva male qualcosa? Piangi in modo strano..-
 
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Dagda16
view post Posted on 28/11/2011, 23:35




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Lo ascoltai, ipnotizzato dalla sua voce. Senza tono, ma molto calda... mi ci incantai, tanto da, quasi, dimenticare la figuraccia appena fatta.
No, sto bene... solo... ricordi difficili. Non volevo che mi tornassero in mente mi scusai. Era un brutto spettacolo da vedere, anche abbastanza disturbante, lo sapevo.
Mi sistemai un braccio sotto la testa, chiudendo gli occhi per qualche secondo. Non dovevo fissarmici troppo, magari se avessi fatto finta di nulla, tutto sarebbe scivolato via.
Chissà...
 
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28 replies since 15/11/2011, 20:22   153 views
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