Se non mi vuoi parlare, ti scriverò...

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Dagda16
view post Posted on 7/11/2011, 22:34




kokoro-1

Ero chiuso nella mia stanza ad ascoltare musica, nudo davanti allo specchio a guardare quel taglio pazzesco che mi ero fatto la sera prima. Yuki entrò senza bussare, guardandomi.
Mamma! mi lamentai. Sapeva che non mi andava di farmi vedere nudo davanti a loro, non tanto perchè erano le mie madri o delle donne, ma perchè spesso avevo dei lividi di cui loro non erano al corrente e non volevo mi facessero storie.
Koko, si è rimarginato o no? chiese, avvicinandosi e levandomi le mani dalla pancia. Sbuffò, vedendo una leggera patina bianca sulla ferita.
Karaaa, accompagnalo al pronto soccorso! sbottò, senza ascoltarmi minimamente. Mi infilai in fretta qualcosa, e andai verso la macchina, poi partimmo.
Kara mi portò al pronto soccorso, dove mi disinfettarono semplicemente, poi guidò verso il centro.
Ehi, mi lasci alla biblioteca? Devo innestare una pianta, voglio documentarmi un po'... è quel pesco che ci hanno portato l'altro giorno feci, quasi annoiato dallo scorrere delle case oltre i finestrini.
Kara annuì e parcheggiò davanti alla biblioteca. Era una donna silenziosa, ma affettuosa. Scesi, le dissi di tornarmi a prendere un paio d'ore dopo, e lei ripartì. Mi voltai verso la biblioteca ed entrai, un po' dolorante per l'anca fasciata.
 
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Luug
view post Posted on 7/11/2011, 22:41






Amavo la biblioteca. Era la mia casa, il mio rifugio, l'unico posto in cui il silenzio regnava sovrano e nessuno mi chiedeva di parlare o interagire, se non quando dovevo annotare la presa in prestito o la restituzione di un libro. Oh, amavo i miei genitori, ma non sopportavo a volte il loro continuo modo di porsi nei miei confronti, i loro tentativi di farmi parlare. E quando parlavo dicevo la verità, vedevo alcune volte lo sguardo di mia madre oscurarsi per ... come la chiamano? Ah sì, offesa. Ma io non me ne accorgevo, dicevo le cose come stavano e basta. Almeno in biblioteca, nessuno cercava di analizzarmi e capire cosa c'era che non andava in me...
Leggevo un libro, seduto alla mia postazione dietro il bancone. Parlava di Leonardo DaVinci, della sua vita, delle sue scoperte. Saltavo a piè pari le parti biografiche, mi concentravo sugli esperimenti, su quelle invenzioni straordinarie che non potevano attirare la mia attenzione e che la mia mente fotografava e conservava gelosamente.
 
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Dagda16
view post Posted on 7/11/2011, 23:32




kokoro-1

Andai verso gli scaffali sulla botanica, non erano molti, ma mi bastava trovare un libro sugli incroci fra piante, e magari uno che parlasse di concimanti, potevo iniziare a leggerli lì e continuare a casa.
Impiegai un po' a trovarli, non erano dei volumi molto grossi quindi spulciai a lungo gli scaffali, ma riuscii a prenderne tre e andai verso uno dei tavoli da lettura.
Mi sedetti lì e frugai l'indice di uno dei tre libri, guardandomi in giro ogni tanto. C'era un ragazzo che leggeva in modo quasi compulsivo, in una delle rare pause che gli vidi fare, ovvero quando lui alzò gli occhi, mi accorsi che c'eravamo solo noi due lì, quel pomeriggio.
Presi una penna da una tasca, girai uno dei biglietti da visita della biblioteca e scrissi un semplice CIAO, in modo che lo vedesse.
Non si parla in biblioteca, no?
 
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Luug
view post Posted on 7/11/2011, 23:39






In quel periodo la biblioteca non era mai molto piena, ma quel giorno era persino vuota! C'eravamo solo io ed un ragazzo che, a quanto avevo visto, si era infilato nel corridoio riservato alle scienze botaniche e aveva preso un libro. Non mi soffermai tanto su di lui, la mia mente aveva il grande pregio di isolarsi completamente e di concentrarsi solo sulla lettura che in quel momento stavo facendo.
Ma quella volta no: con la coda dell'occhio notai che il ragazzo faceva movimenti strani, scriveva. Per paura che stesse pasticciando uno dei libri, alzai lo sguardo su di lui, pronto a strappargli il tesoro dalle mani, senza nessuna parola. Ma vidi che invece teneva, fra l'indice e il medio, un bigliettino, e me lo rivolgeva. Incredulo, aguzzai la vista e vidi cosa c'era scritto.
Ciao.
Quell'evento mi paralizzò per alcuni istanti: non mi era mai successa una cosa del genere, non era mai successo che qualcuno interagisse così con me in biblioteca, non a quel modo, non con quella confidenza. Era un cambiamento, un'anomalia. E a me, le anomalie, non piacevano proprio per niente.
Presi a sbattere nervosamente la matita, facendo vagare il mio sguardo sulla scrivania, in cerca di non sapevo neppure io cosa. Come mi dovevo comportare? Fu strano, ma mi vennero in mente le parole della mamma: sii sempre cortese.
Presi un foglio di carta e scrissi lentamente, tracciando incerto ogni tratto. Poi lo sollevai e glielo mostrai.
-Ciao.-
 
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Dagda16
view post Posted on 8/11/2011, 22:05




kokoro-1

Ci volle un po' prima che decidesse di rispondermi, ma lo capivo, il mio era stato un esperimento: non tutti salutano un estraneo che mostra un biglietto.
Era anche vero però che pure lui per me era un estraneo, quindi apparentemente non avevo motivo di salutare un perfetto sconosciuto. Abbassai il braccio e finsi di tornare a leggere, invece lo guardai un po', prima di tornare davvero alla lettura: avevo capito che mi sarei portato i libri a casa per quel pomeriggio, ma non mi dispiaceva troppo, in fondo.
Presi un altro biglietto e scrissi CHE LEGGI? sul retro, alzando di nuovo il braccio per mostrarglielo, stavolta ancor meno sicuro che volesse rispondermi. Però tanto valeva tentare no?
Al massimo sarebbe venuto da me a dirmi di smetterla, o se ne sarebbe andato in un'altra ala dell'edificio. Mi piaceva quel ragazzino, anche se mi era sembrato molto agitato.
 
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Luug
view post Posted on 8/11/2011, 22:13






Ok, non sapevo se definire il nuovo messaggio come una naturale conseguenza all'avergli risposto, oppure considerarla una ennesima anomalia in quella giornata. No, no, doveva essere la prima.
Era strano, quel modo silenzioso di conversare, non l'avevo mai provato. Non sapevo se volevo rispondergli o no, ma era un tipo di interazione tutta nuova per me. Ero una frana nelle conversazioni: il mio tono risultava alla maggiorparte apatico, le mie posizioni e il mio modo di parlare buffo, e non mi interessavano molto quello che le persone avevano da dire. Ma quella maniera di comunicare faceva in modo che le mie particolarità non venissero a galla... o almeno, la maggior parte di esse.
Fissai per qualche minuto lo sguardo su quel fogli, concentrato e allo stesso tempo assente. Meditavo, mille pensieri per la testa, motivazioni secondo cui dovevo o non dovevo rispondere. Infondo era come la scienza: due ipotesi, diverse argomentazioni per entrambe, vince chi ha le migliori.
-Vita di Leonardo DaVinci.-
 
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Dagda16
view post Posted on 8/11/2011, 23:09




kokoro-1

Tornai a leggere, non confidando in una risposta, ma quando alzai lo sguardo mi accorsi che teneva un biglietto in mano. Lessi velocemente e sorrisi appena, tornando a leggere senza più distrarmi... no, bugia: alzai di nuovo lo sguardo verso di lui.
Mi alzai, ad un certo punto, chiudendo i libri che presi con me. Andai verso gli scaffali che si trovavano alle spalle del ragazzo, guardandoli per un po', c'erano dei titoli che mi interessavano, non potevo essere così morboso verso uno sconosciuto.
O forse sì? Non mi sembrava educato.
Presi un paio di volumi e andai a sedermi. Vicino a lui. Non mi piaceva stare da solo.
Aprii il libro e iniziai a leggere un paragrafo, ma mi bloccai dopo un po' e presi un altro bigliettino, scrivendoci dietro.
TI PIACE LEGGERE?
Lo lasciai tra me e lui, e continuai a leggere. Chissà quando si sarebbe stufato delle mie molestie...?
 
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Luug
view post Posted on 8/11/2011, 23:18






Entrai in agitazione quando lo vidi alzarsi, traficare negli scaffali alle mie spalle e poi sedersi al mio fianco. Lui voleva evidentemente parlare, io non ne vaevo la benché minima intezione. mi andavano bene quelle semplici risposte tramite un foglietto, perché adesso doveva rovinare tutto con delle stupidissime parole?
Sbuffai appena, fra il nervoso e lo scocciato, iniziando a far tamburellare la matita sulla scrivania. Lo guardavo circospetto, attendevo con sguardo intendo ogni sua possibile mossa. E mi stupì. Ancora.
Stava scrivendo un bigliettino, che dopo poco mi passò. All'inizio non lessi neppure cosa c'era scritto, la mia testa ragionava, con lo sguardo perso. Poi lo presi e scrissi sopra.
-Molto. Come la solitudine.-
Forse avrebbero giudicato questo maleducato, insensibile, ma per me era normale. Era una semplice costatazione, nulla di più ai miei occhi. Scrollai le spalle, al massimo se ne sarebbe andato via come tutti.
 
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Dagda16
view post Posted on 8/11/2011, 23:36




kokoro-1

La sua risposta mi sembrò parecchio sensata. Forse lo spaventavo, o ero invadente... però Kara mi sarebbe venuta a riprendere un'ora dopo, non potevo mica andarmene chissà dove, in ogni caso sarei rimasto lì.
VUOI CHE TI LASCI SOLO?
Era una domanda stupida, forse era fin troppo palese, ma lì c'era solo lui e anche se di solito non rivolgevo la parola a persone che non conoscevo per nulla, una biblioteca deserta mi inquietava.
Potevo sempre spostarmi qualche tavolo più in là, o forse potevo uscire e mettermi nel parchetto là davanti, anche se sarei stato da solo ad annoiarmi.
 
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Luug
view post Posted on 8/11/2011, 23:42






Lessi quella domanda e rimasi con lo sguardo fisso, cercando di imprimere le parole nella mia testa per trovare una risposta. Senza accorgermene feci una smorfia concentrata, buffa. la mia portura si era incurvata, e il tutto risultava goffo. Presi ancora la matita e risposi sinceramente, forse nel solo modo che conoscevo. Non credevo di avere un filtro, chi mi aveva montato si era dimenticato un pezzo. Anzi, più d'uno in verità.
-No, basta che scrivi e basta.-
Quella comunicazione era alla mia portata, mi piaceva, sapevo gestirla senza dover far forza su me stesso e cercare (inutilmente!) di dare ascolto a quello che i miei genitori, i medici, le mie insegnanti di sostegno mi avevano continuato a ripetere. Cercavano, per il mio bene s'intente, di insegnarmi ad adottare dei comportamenti, ma non mi piaceva farlo.
Rimasi a rimirare quel che avevo scritto, prima di concentrarmi sulla lettura, buttando però l'occhio di tanto in tanto sul foglio.
 
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Dagda16
view post Posted on 9/11/2011, 16:01




kokoro-1

Così non voleva che parlassi. D'accordo, mi stava bene.
Non che io fossi un gran chiacchierone, s'intende, però mi piaceva far quattro chiacchiere qualche volta.
Ma sapevo convivere col silenzio, passavo la maggior parte della giornata in silenzio, con solo la musica nelle orecchie, mentre mi occupavo dei peschi nei campi.
Yuki e Kara poi non erano delle persone che dialogavano molto, perchè solitamente tra loro bastava uno sguardo per capirsi, mentre con me dicevano solo poche ed essenziali cose.
Ma ci volevamo bene.
Presi un altro biglietto, ma non sapevo cosa dire ora, così sfogliai per un po' il libro, tenendo la mano con la penna poggiata sul foglietto ma senza scrivere nulla.
Poi mossi appena le dita e scarabocchiai un "OK", in risposta alla sua condizione.
 
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Luug
view post Posted on 9/11/2011, 16:15






Feci un sorrisetto compiaciuto e ripresi a leggere il mio libro. Era piacevole quella strana complicità che si era creata, non mi era mai capitata una situaizone del genere e per una volta la novità non mi spaventò.
Lessi giusto dieci o undici righe, per poi far calare ancora lo sguardo sul nostro foglietto, e poi sul suo libro. Presi la matita e scrissi.
-Quel testo non è tanto affidabile, prova quest'altro...- e scrissi di seguito il nome di un libro ed il suo autore.
In campo di scienze mi interessavo un po' a tutto e poi, come già detto, la biblioteca era la mia casa e conoscevo ormai molti testi.
 
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Dagda16
view post Posted on 9/11/2011, 20:39




kokoro-1

Lessi velocemente il biglietto e annuii, alzandomi e andando a cercare il volume. Non lo trovai subito, ma almeno non era ultra-nascosto.
Tornai al mio posto e aprii il nuovo libro. Nel frattempo il cellulare vibrò e lo presi per leggere l'sms.
Kara: SN X STRADA, PREPARATI A USCIRE!
Sospirai, chiudendo i libri. Presi un altro bigliettino e scrissi velocemente, sapendo che Kara se diceva "son per la strada", stava a dire che era a 100 metri da lì o poco più.
Lasciai il bigliettino sul tavolo con un "ORA DEVO ANDARE VIA : )" e lo salutai con la mano, portandomi i libri fino alla cassa di registrazione delle entrate e delle uscite.
 
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Luug
view post Posted on 9/11/2011, 20:44






Vidi che, dopo aver seguito il mio suggerimento, iniziò a trafficare con il cellulare, che aveva appena vibrato nella sua tasca. Non me ne curai e ripresi a leggere il mio volume, anche perchè era da più di dieci minuti che ero fermo alla stessa pagina, e la cosa non mi andava particolarmente a genio.
Lo vidi però alzarsi con tutta fretta e, dopo avermi scritto un saluto, mi fece ciao con la mano e se ne andò a passo svelto fuori dalla biblioteca. Tanto che feci appena in tempo a ricambiare il gesto!
Comunque, lessi per altre due ore, prima che la mia collega mi desse il cambio. tornai a casa.
 
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Dagda16
view post Posted on 23/11/2011, 12:32




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