Bé... sì.
Quindi annuii, sorridendo. Mi piaceva quel ragazzo, forse perché mi stava aiutando.
Tirai indietro la sedia e posai i piedi, incrociati, sul tavolo.
Più per il fatto che sono straordinariamente capace di isolarmi dal mondo quando sono in difficoltà. Me ne sarei accorto prima, forse, se non fossi stato troppo impegnato a pensare a Will... l'amico che ti dicevo... aprii di nuovo il frigo e presi la bottiglia di liquore al mirtillo.
Mi riempii il bicchiere e in quel preciso istante sentii bussare. Mi alzai e mi avvicinai alla porta, con l'intento di vedere chi era dal foro posto sulla porta per guardare in corridoio.
Ewan, sono io. Te l'avevo detto che venivo da te... cazzo... e se non c'è?Mi bloccai. No, no, no, NO!
Portai la mano alla maniglia, e aprii. Guardai il suo volto abbronzato guardarmi, interdetto. Non sapeva capire il mio modo di parlare a gesti, quindi dovevo sempre scrivergli quello che dicevo.
Ma le gambe erano come incementate al suolo, e prendere il blocchetto per me fu di uno sforzo immane. Scrissi con le mani che mi tremavano.
Mi dispiace, il messaggio mi è arrivato tardi e ormai avevo già un ospite... prova a chiedere a Denny se ha posto in casa sua.Gli mostrai il foglio quasi sconvolto. Will guardò Victor da sopra la mia spalla.
Oh... capisco. Ok, allora me ne starò da Denny. Nessun problema... solo che mi andava di stare un po' con te... allora ciao sorrise, e io mi sentii quasi male.
Se ne andò, e chiusi la porta. Appena la soglia si chiuse, caddi a terra: le mie gambe avevano ceduto. Perché doveva sempre dirmi certe frasi...?