Un curioso giorno di Zefiro

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Dagda16
view post Posted on 1/12/2011, 15:28




ewantanatos

Il cielo mi stava sussurrando parole che arrivavano alle mie orecchie con difficoltà. Non volevo più ascoltare niente.
Presi ad accarezzare le margherite su cui ero steso, sperando che i fiori che stavo spostando non ce l'avessero con me. Non potevo farcela...
Il vento mi arrivava addosso come pietà, e io restavo lì a rimuginare su come poter fare. Non riuscivo a lavorare con... quello. Ogni volta che mi guardava sentivo che stavo per saltargli addosso e baciarlo, ogni volta che, anche solo accidentalmente mi sfiorava, mi sentivo avvampare.
Non ci riuscivo a stare in quel negozio. Però ormai ero suo amico, e andarmene da lì senza una spiegazione decente e che non mi facesse sembrare un disperato, era fin troppo lontano dalle mie capacità.
Che sapessi disegnare la prospettiva perfettamente a mano libera non mi aiutava a risolvermi i problemi della vita, quella disgraziata vita che era iniziata un San Valentino mieloso di ventitre anni fa.
Odiavo la festa di San Valentino. Non per ciò che rappresentava, ma per come le persone distorcevano quella festa, facendola diventare un raggrumo insulso di belle parole insignificanti e inutili e caramello puro.
Per questo il giorno del mio compleanno mi chiudevo in casa. Non volevo sentire nessun "Ti amo" per le strade, non volevo vedere nessun cuore, nessun colore rosso o rosa, niente che avesse a che fare con l'amore.
Perché, per me, non esisteva.
 
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blackychan
view post Posted on 1/12/2011, 15:33







Dovevo schiarirmi le idee, ero arrivato da poco in quel luogo. e l'unico modo per farlo era correre, correre più che potevo con tutte le mie forze.
Non sapevo verso quale luogo stavo correndo, ma almeno sapevo da cosa stavo scappando.
Dai miei ricordi, dai miei sentimenti e dalle persone. Con tutto quello che era accaduto l'anno precedente avevo perso completamente la fiducia verso il prossimo e mi ero chiuso in me stesso ancora di più, allontanando tutto e tutti e pensando solo a me stesso.
Mi fermai un istante e mi guardai intorno. Non riuscii a vedere nulla, solo una macchia indistinta di verde; abbassai gli occhiali da vista che avevo posato in testa e misi a fuoco.
Gli alberi, le panchine e i lampioni. Sospirai, mi trovavo in un parco,, il classico luogo dove le coppiette felici si incontravano.
L'unica cosa positiva e che forse lì c'era qualche fotanellina per bere, così mi misi alla ricerca di quest'ultima.
Poi la vidi, l'acqua sgorgava l'impida e l'arsura che si stava impadronendo di me mi spinse velocemente a raggiungerla.
Il mio passo però rallentò un pò quando mi accorsi di un ragazzo che si trovava lì vicino.
Mi avvicinai lentamente alla fontanella guardandolo con la coda dell'occhio e incominciai a bere.
 
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Dagda16
view post Posted on 1/12/2011, 15:35




ewantanatos

Mi accorsi di essere osservato, mentre ancora passavo le dita su quei fiori bianchi e gialli, così semplici eppure così belli. Detestavo chi strappa i fiori.
Notai, vagando con lo sguardo assonnato, un ragazzo vicino alla fontana. Mi stava guardando.
"Fissa pure ciò che rimane della povera disgrazia che sono, chiunque tu sia..." pensai, sollevando la mano dai fiori. In quei momenti, avrei voluto urlare. Se solo avessi avuto una voce.
Mi sentivo tanto male... io dell'amore non avevo niente. Era un territorio che non mi apparteneva. Mi voltai di nuovo verso quel ragazzo, con occhi più presenti e, senza dubbio, più interessati.
Mi sembrava dispiaciuto o... no, era furioso.
Mi alzai con un balzo, raccogliendo la mia maglia a rete per poi mettermela sopra la t-shirt nera che indossavo spesso. Io e il colore non ci eravamo mai intesi molto. Presi la borsa e guardai il cielo ancora una volta."Signore, se ci sei, aiutami..." lo pregai, mentalmente.
Il giorno dopo avrei dovuto rivederlo. E non sapevo come fare... mi sentivo già male. Quella mattina avevo rischiato di fare una figura rovinosa. Oh, dovevo trovare una soluzione! Dirglielo mi avrebbe certamente portato a iniziare qualcosa che si sarebbe conclusa male, come tutte le altre volte che ci avevo provato.
Non dirglielo significava stare come stavo adesso, crogiolandomi nel rischio di fare brutte figure davanti a lui.
Mi avvicinai alla fontana e, con uno scatto, immersi del tutto la testa nell'acqua. Non c'era modo migliore per schiarirmi le idee.
 
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blackychan
view post Posted on 1/12/2011, 15:42






Mentre bevevo dalla fontanella mi accorsi che il giovane mi stava fissando; d'apprima con disinteresse, forse ancora perso nei suoi pensieri, poi prese a guaradrmi con insistenza.
Forse lo avevo disturbato?
Lo vidi mettersi una sorta di maglia a rete e raccogliere le suo cose.
Lo sguardo era duro ma si vedeva che era ancora immerso nei suoi pensieri.
Mi sollevai dopo aver finito di bere e proprio nel momento in qui fui in posizione eretta mi sorpresi non poco a trovare il giovane a bagnarsi la testa nella fontana.
Cavolo per poco non mi prendeva un colpo, però... ero davvero incuriosito, chissà chi era...
Aveva suscitato il mio interesse, non era una cosa facile da fare.
 
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Dagda16
view post Posted on 1/12/2011, 15:50




ewantanatos

Quel ragazzo si era accorto di me.
Dovendo cercare di distrarmi dai miei pensieri, forse avrei fatto meglio a socializzare. Altrimenti, per certo, mi sarei ritrovato ad arrossire come un coglione ripensando al mio miglior amico.
Sì, bé... io per lui ero un amico, lui per me era di più. Ma quando mai avrei rischiato di ricascare nella rete dell'inesistente e illusorio mondo dell'amore? Basta, non volevo più saperne per molto tempo.
Sorrisi a quel ragazzo che mi era sembrato furioso fin dall'inizio. Lo salutai con un cenno della mano, rialzandomi e sentendo l'acqua scivolarmi dalla testa lungo la pelle, sotto i vestiti.
Feci il gesto del saluto, ma avrei dovuto immaginare che un qualsiasi ragazzo non potesse conoscere il linguaggio dei segni. Quindi presi fuori il mio blocchetto da schizzi dalla borsa e presi a scrivere.
Ciao. Io sono Ewan. Tu chi sei? la mia grafia spigolosa rigò il foglio. Mostrai il blocchetto al ragazzo, sperando in una risposta e non che mi mandasse, com'era certamente più ovvio quando un perfetto estraneo ti avvicina, a fanculo.
Anche in quel caso, non mi sarei scoraggiato così facilmente.
 
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blackychan
view post Posted on 1/12/2011, 18:22







Si rialzò dalla fontana con i capelli fradici notando le goccioline d'acqua insinuarsi fin sotto la maglietta. Deglutii e respirai profondamente, cavolo stava succedendo ancora.
Mi guardai intorno e poi tornai a fissarlo, lui non aveva detto una parola e io neppure. Imbarazzato a morte per la situazione stavo per andarmene, quando vidi il ragazzo farmi "ciao" con il linguaggio dei segni.
Allora era per questo che non parlava, era muto!
Lo vi prendere subito carta e penna e scrivere di chiamarsi Ewan chiedendomi il mio nome subito dopo.
Era logico che avesse preso carta e penna, non tutti capivano il linguaggio dei segni, ma io si.
Mio nonno... mi aveva insegnato pure quello.
Presi a gesticolare per rispondere alla sua domanda.
Ciao, mi chiamo Victor Watanabe, ma puoi chiamarmi anche Vick, piacere.
 
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Dagda16
view post Posted on 1/12/2011, 18:45




ewantanatos


Mi rispose a gesti. "Oh, ma guarda" pensai tra me. Sorrisi, contento.
Bé, una in meno, misi via il blocchetto e diedi una spolverata ai vestiti, prima di rispondere.
Ti sto disturbando? Mi sembravi giù... lo guardai, sperando di non sembrargli stupido. Forse mentre gli parlavo stava cercando di svignarsela. L'avrei anche capito.
Mi sedetti sul bordo della fontana, cercando una sigaretta nella borsa.
Per essere un giorno di primavera, il parco era stranamente desolato. Mi affrettai a concludere la frase.
Non sono affari miei.. scusa. Neanche mi conosci... che figura orrida che stavo facendo.
Oh, bé... almeno iniziavo a non pensare più al mio amico, per quei minuti. Già che me lo vedevo la notte in atti a dir poco osceni... non potevo continuare a fare sogni erotici su un tipo che vedevo ogni singolo giorno, cazzo!
Il mio cellulare vibrò improvvisamente. Un messaggio. Tenevo quell'aggeggio unicamente per parlare a lettere, visto che di parlare non c'era verso. In ventitrè anni ormai mi ero abituato.
Chinai leggermente il capo, coi capelli gocciolanti e fradici che mi stavano imbrattando ogni bendiDio avevo addosso. Diedi una veloce occhiata.
LUI. Decisi categoricamente di non rispondere per non scrivergli cazzate, eppure... perché me ne rimanevo lì a fissare lo schermo del cellulare dove c'era scritto a lettere cubitali QUESTA SERA VENGO DA TE, IL MIO COMPAGNO DI APPARTAMENTO PORTA LA SUA RAGAZZA, E QUINDI...
Sentii che stavo morendo. No, non poteva essere vero.
 
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blackychan
view post Posted on 1/12/2011, 19:01






Mi chiese se mi stava disturbando, e anche che gli sembravo giù. Poi lo vidi cercare una sigaretta.
Grandioso il mio volto faceva così paura?
Cercai di ravvivarmi i capelli passandoci una mano in mezzo e proprio quando stavo per rispondere alla sua domanda lo vidi rispondersi da solo che dicendo che non erano affari suoi.
Ero sul punto di dirgli che non c'era alcun problema, ma proprio quando stavo per iniziare lo vidi chino sul telefonino, intento a leggere un messaggio che gli era appena arrivato.
In pochi istanti vidi il suo volto mutare in varie espressioni :
indifferenza, sgomento, incredulità, paura.
Il suo petto aveva smesso di muoversi. Aveva smesso di respirare.
Lo fissai ma non intervenni, stava decisamente attraversando un momento psicologico molto delicato. Così aspettai.
Eppure vederlo in quello stato mi faceva un tale effetto, mi pareva così fragile, mi dispiaceva, chissà se gli avevano appena dato una cattiva notizia...
Sicuramente non gli sarebbe andato di condividerla con un perfetto estraneo.
 
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Dagda16
view post Posted on 1/12/2011, 19:09




ewantanatos


Pensai immediatamente che le entità astratte se la stessero prendendo con me. Dovevo trovare una soluzione.
Non potevo assolutamente permettere a lui di venire a casa mia quella sera, non potevo permettergli di farmi questo! Dannazione!
La mia casa era piccola, ci stavo appena io, e la cosa che ancor più mi sconcertava era il fatto che, se il suo arrivo fosse stato inevitabile, sarebbe dovuto stare nel mio stesso letto! Ma cazzo, che avevo mai fatto di male per meritare tutto questo?
Mi ricordai improvvisamente di Victor, accanto a me. Sollevai lo sguardo, carico di... paura? Angoscia? Terrore?
Non sapevo neppure io cosa trasudavano i miei occhi. Ma mi venne da piangere, e fu un miracolo se non lo feci. Mi tremavano le mani, ma misi via il cellulare e iniziai a muoverle rigidamente per formulare una frase.
Scusa... mi è appena successa.. una cosa che non doveva succedere mi giustificai.
Mi venne un'idea. Sapevo che avrebbe rifiutato, ma dovevo tentare. Avevo troppa paura di come avrebbero potuto andare le cose se QUELLO Là fosse venuto a casa mia.
Presi freneticamente a formulare la mia frase. So che mi conosci da appena sette minuti e qualche secondo, ma non sai quanto ti sarò riconoscente se potessi fare una cosa per me. In cambio potrai chiedermi qualunque cosa, qualunque, ma mi serve un aiuto... terminai.
Non riuscivo ad andare avanti, ero anche andato veloce, non sapevo se aveva afferrato tutto. Speravo solo in un miracolo, speravo che mi dicesse di sì.
 
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blackychan
view post Posted on 1/12/2011, 19:16






Era palesemente agitato e aveva pure gli occhi lucidi.
Le mani avevano preso a tremargli convulsivamente, ma era comunque riuscito a mettere via il cellulare e a formulare una frase che avesse senso compiuto.
Stava cercando di chiedermi un favore sicuramente molto ma molto grande e la cosa ci stava mettendo in imbarazzo entrambi, forse sarebbe stato più logico declinare l'offerta, eppure c'era qualcosa nei suoi occhi che mi faceva capire di non voler essere lasciato solo o abbandonato, aveva disperatamente bisogno di qualcuno e in quel caso la persona adatto ero solamente io.
Non avevo mai colto la palla al balzo, anzi... avevo sempre diffidato degli estranei e allora perchè quando lo guardai negli occhi mi ritrovai ad annuire come un povero farlocco?
Cavolo... ero stato abbindolato dai suoi modi di fare... ne ero certo ed era pure la prima volta!
 
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Dagda16
view post Posted on 1/12/2011, 19:24




ewantanatos


Mi disse di sì. Oddio, ti ringrazio, pensai subito.
Continuai a muovere, più lentamente, le mani. Facevo fatica a non piangere. Sì, lo so, ero una persona estremamente impressionabile, ma in casi come quello, cosa potevo fare senza finire in una figura pietosa davanti al ragazzo che mi piaceva?
Ti prometto che poi farò qualunque cosa vorrai, ma... per favore, potresti stare... a casa mia, questa sera? Mi basta che stai lì, giuro che non sono un pazzo maniaco omicida, devo solo... non continuai la frase.
Non poteva sapere che mi piacevano gli uomini, e se non glielo avessi detto, non l'avrebbe mai scoperto. Quindi quello non poteva costituire un problema.
Sentii le guance bagnate e gli occhi bruciarmi, mentre la vista mi si appannava per le lacrime. Le asciugai, stizzito.
Perché Dio doveva divertirsi in quel modo a torturarmi?
 
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blackychan
view post Posted on 1/12/2011, 19:30







Cavolo! Non pensavo mi avesse chiesto una cosa del genere, ma ormai non potevo rifiutarmi, non si piange sul latte versato.
Inoltre come potevo tirarmi indietro se faceva quella faccia!
Insomma era palese che gli fosse capitato sicuramente qualcosa che lo aveva completamente sconvolto, mi sembrava teribbilmente scosso.
Quando poi vidi il suo volto rigato dalle lacrime che subito tentò di asciugare, come un bambino che non voleva farsi cogliere con le mani nella marmellata, gli andai vicino e gli arruffai con tenerezza i capelli, anche se mi dovetti sporgere perchè era un pò più alto di me, era un gesto che di rado facevo... se mi avesse conosciuto avrebbe dovuto sentirsi onorato.
Non preoccuparti.
Sussurrai al suo orecchio che mi sembrava un po' rosso a causa del pianto.
Dovevo solo stare in casa sua per quella sera e al dormitorio della scuola non mi avrebbero fatto nessuna questione, ne ero sicuro.
Poi però ricordai che sapeva comprendere solo il linguaggio dei segni, così gli chiesi scusa per avergli parlato con la voce, insomma era da maleducati fare una cosa del genere, no?
 
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Dagda16
view post Posted on 1/12/2011, 19:33




ewantanatos

Lo guardai, quando si avvicinò a me e mi spettinò. Mi parlò, ma forse pensava che, oltre alla voce, mi mancasse anche l'udito, perché si corresse parlando di nuovo a gesti. No, l'udito grazie al cielo ce l'aveva, e anche bello sano.
Grazie frenai le lacrime. E non ti preoccupare, anche se parli ti sento benissimo. Ti ringrazio davvero tanto... è che... mi guardai un po' in giro.
Come potevo spiegargli la situazione senza rivelargli la mia natura?
Cioè, glielo dovevo, essendo stato proprio io a chiedergli un favore così grande. Per me era già tanto che avesse accettato.
Sono successe delle cose con una persona che vedo ogni giorno. Mi ha chiesto se può stare a casa mia stanotte, ma io... non ce la faccio ad averlo in casa. Ma non voglio neppure sembrare un ipocrita... non vorrei ritrovarmi a litigare, già che ho dei problemi con questa persona... mi serve un pretesto per non ospitarlo, e se ho già un ospite, visto che la casa è piccola, dovrà per forza lasciar stare e cercare un altro posto dove andare... rimasi sul vago.
Così non poteva certamente capire, giusto? E poi, fosse andata male, avrebbe solo visto la punta dell'iceberg, cioè che non volevo vedere un ragazzo, non che quello fosse il ragazzo che mi piaceva.
Sperai di essermi spiegato in maniera abbastanza soddisfacente da farmi rientrare ancora nella categoria dei "mentalmente stabili".
 
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blackychan
view post Posted on 2/12/2011, 15:23







Mi ringraziò e mi spiegò che anche se non riusciva a parlare sentiva benissimo, oh bene... avevo fatto una figura del cavolo.
Ci fu un istante di silenzio poi decise che doveva spiegarmi almeno un po' il suo problema dato che avevo accettato la sua richiesta... Anche se non me ne avesse parlato forse non mi sarebbe importato lo avrei seguito lo stesso.
Incominciò a "parlarmi" del suo problema, a quanto pareva la situazione era complicata e per di più con un ragazzo! Certo lui non aveva specificato se fosse il suo ragazzo o meno, ma la mia testolina malevola era arrivata inconsciamente a questa risposta.
Seguii il suo discorso molto attentamente, adesso mi aveva pure incuriosito.
Certo, se lui fosse stato "dell'altra sponda" come me la situazione si faceva un po' più problematica, ma sarei riuscito a trattenermi... forse.
Sospirai.
Non preoccuparti, andrà tutto bene. Ti aiuterò.
 
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Dagda16
view post Posted on 4/12/2011, 23:06




ewantanatos

Bene, mi avrebbe aiutato, me lo riconfermò.
Dato che gli avevo promesso che in cambio avrei fatto qualunque cosa, dovevo sapere qual'era il suo prezzo. Mi sarebbe andato bene tutto, purché fosse una cosa possibile da fare.
Cosa potrei fare per te, allora? gli chiesi, sorridendo a fatica. Non perché non mi riuscisse naturale, ma perché ero ancora abbastanza scosso.
Iniziai a fumare la sigaretta che tirai fuori dal pacchetto nella tasca della borsa.
Forse avrei fatto meglio a non presentarmi al lavoro per un paio di giorni. Avrei potuto fingermi malato. Però non volevo saltare l'università.
Quindi mi dissi che assentarmi non mi avrebbe, comunque, fatto bene. Né per il mio reddito, né per la mia testa.
Guardai Victor di nuovo con quel mio sguardo indagatore, aspettando una qualsiasi risposta e richiesta. Espirai una nuvoletta di fumo, inclinando la testa. Ora che lo guardavo bene, non mi sembrava affatto male come ragazzo...
 
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21 replies since 1/12/2011, 15:28   112 views
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